Noi, da grandi, vogliamo fare i fiori.

Pare che nessuno desideri più diventare Pizzaiolo o Muratore o Macellaio o Contadino.
Pare che siano mestieri ormai poco raccomandabili.
Pare che chi decida di abbracciare per la vita uno di questi mestieri non sia certo per scelta 
‘chè “hai in mente, poi, cosa penserà il vicino di casa che ha tre lauree?!” 
‘chè ”è degradante per la tua persona, rincorri alti ideali... piuttosto!” 
‘chè ”ti accontenti di un futuro così poco intellettuale?” 
‘chè allora smettiamo di lamentarci per qualla pizza che ”giuro faceva schifo, ho bevuto tutta la notte: non è livitato bene l’impasto, certamente, depenniamo quel ristorante dalla lista per sempre”, per l’intonaco della nostra casa che alla prima folata di vento si sgretola, per la fettina di vitello che “è veramente tutta nervi e troppo spessa”, per la frutta che non è più dolce come quella di una volta e per quel dottore, sì, quello lì del reparto di oculistica, quello che da piccolo sognava di fare il Giardiniere ma che ”figliolo, non permetterò di certo che tu passi la vita con le mani nella terra... se non scegli medicina, ti diseredo”, ecco, non lamentiamoci se poi lui ti rovina la vista, per la vita: 

Lui voleva fare il Giardiniere, per la vita.